Qualcosa dentro un tunnel di tessuto mi spinge a pensare al natale.

E' successo ieri, dopo una doccia, dopo una giornata di lavoro, dopo una notte talmente intangibile da assomigliare a quelle vacanze estive che non sembra siano mai accadute.
Mi stavo vestendo e arrancavo dentro una maglietta bianca, scalando i labirinti del tessuto senza prestare attenzione ai bivi e alle svolte, cercando una via verso il collo senza testa.
Insomma, mi ero perso.
E sentivo pure delle voci.
Erano le mie piccole ansie fiammiferaie che pensavano per me e cercavano di distrarmi "signor Anderson, le sue fiabe ci fanno sentire come pile umane, signor Anderson!".
E fuggendo, e sudando, e inerpicando su per il torso della maglietta ho finalmente visto la luce. Everybody needs somebody, gente. Un respiro, ahhh, e via verso la vaginale uscita, così allentante, così allattante, così stretta troppo stretta tanto stretta da non riuscire a passare.
"Signor Anderson, ci sentiamo sole, al buio, al freddo e al geeeeloooo".
E scalavo.
E scivolavo.
E risalivo.
Verso la manica.
Non il collo.
Avevo sbagliato strada.
"Signor... Anderson?"
"Sì, lo so, avete freddo, vi sentite scariche, da buttare. Fatevi una doccia, passerà tutto".