Come si sarà sentito Noè dopo il diluvio?

Come si sarà sentito Noè dopo il diluvio?

Secondo me poco bene. Dopo giorni e giorni, immagino si fosse ormai abituato alla pioggia fuori e allo zoo dentro. Io, dopo tre giorni di temporale, ne voglio sempre un quarto, ma non ho lo zoo in casa, quindi non riesco ad immedesimarmi completamente.
Oggi, per esempio, c'era il sole. Tutti fuori, io no. Tutti sani, io a casa con il mal di testa. E non avevo nemmeno un animale con cui giocare. Noè era fortunato.
A dire il vero c'era vita in casa, oltre a me; solo una mosca - la prima della stagione - a girovagare ubriaca tra bottiglia d'aceto e  panno asciugapiatti.
Non avendo di che uscire, nè volendo mischiare pillole per il culo con pillole per la testa (provate a pensare alle possibili conseguenze), ho dato una spintarella ad uno strano domino di pensieri. Ogni tanto mi capita, lascio libera la mente e finisco con il balzare da un ragionamento all'altro seguendo fili logici alla Zuzzurro. E così ho fatto: "che noia", "ma a cosa serve passare il tempo se non solo per passare il tempo?", "sono sloganfobico", "chissà se avessi il potere di teletrasportarmi", "mi manca la gatta", e infine ho compiuto il salto dal paletto alla frascona "c'è una mosca in casa, vediamo se riesco ad ucciderla con uno stuzzicadenti".
Certe sfide emergono spontanee dal caos, tanto per risvegliarti da una domenica così.
Mi sono gettato alla ricerca della mosca, sentendomi un amalgama di Jeff Drugo Bridges e Il ragazzo dal kimono d'oro (il cugino sfigato di karate kid). Con questo curriculum emotivo, sono riuscito a scovare, infilzare, e cessare la mosca.
E non c'è altro da dire: è stato il momento clou della giornata.
Altro che Noè.